
Flessibile ed intelligente: da oggi il lavoro diventa Smart.
Abbiamo capito che è una possibilità, non solo per il lavoratore, ma soprattutto per l’imprenditore. Quali libertà e quali responsabilità comporta lo smart working? Si apre la possibilità reale di adottare un cambiamento radicale delle dinamiche imprenditoriali, in cui la fiducia ha la priorità sul dovere contrattuale, la produttività lascia spazio ad obiettivi condivisi, il reale benessere delle persone è alla base della realizzazione di profitto.
Forse è uno dei temi più dibattuti di questo 2020, ma cosa significa letteralmente Smart Working e soprattutto cosa vuol dire adottarlo come modello di lavoro?
In primis va chiarito che lo Smart Working non è il Telelavoro, anche se quest’ultimo ne è sicuramente un illustre antenato. Se decidiamo di abbandonare l’anglicismo, la corrispondenza più corretta nell’idioma italico è “Lavoro intelligente”. Intelligente perché agile, flessibile, ma anche efficiente, perché orientato alla ricerca della soluzione, all’innovazione e al raggiungimento degli obiettivi.
Come e dove nasce lo Smart Working? Come accennato pocanzi il suo antenato più prossimo, il telelavoro, viene sperimentato negli USA intorno alla metà degli anni “70 del secolo scorso, per approdare in Europa e quindi in Italia negli anni “80. È negli anni “90, che in diverse parti del mondo, si inizia a teorizzare e a sviluppare modelli di Smart Working. Sarà il Regno Unito, nel 2014, il primo stato a promulgare una legge specifica per regolamentarlo. Per la legislazione italiana, il “lavoro agile” viene definito nella legge n° 81 del maggio 2017:” […] una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa”.
Lo Smart Working è quindi molto più che il semplice telelavoro, che riproduce in ambito domestico le dinamiche tradizionali dell’organizzazione lavorativa, ma si basa fondamentalmente su una revisione della cultura organizzativa, sulla flessibilità rispetto a orari e luoghi di lavoro, e sull’utilizzo di strumenti tecnologici.
Si tratta quindi di una e vera e propria filosofia manageriale che si fonda su autonomia di svolgimento del proprio lavoro da parte dei dipendenti, che di contro si assumono maggiore responsabilità in vista del raggiungimento dei risultati: il dove e il quando diventano secondari rispetto al come.
Perché scegliere lo Smart Working come modello di organizzazione aziendale?
Tra i vantaggi va sicuramente citato il potere positivo dell’assunzione di responsabilità e del maggiore coinvolgimento delle persone, che portano risultati estremamente positivi in termini di collaborazione e di produttività, contestualmente ad un notevole miglioramento della qualità della vita del lavoratore, anche se paradossalmente, la mole del lavoro svolto è maggiore.
Per il lavoratore, inoltre, i tempi di spostamento e i relativi costi, vengono abbattuti se non azzerati, così come si ridimensionano le esigenze strutturali dell’azienda. La stessa inoltre, ha tangibili benefici, in termini d’immagine, reputazione e in pubblicità positiva, che parte dalla soddisfazione stessa dei dipendenti. Circolo virtuoso che incide positivamente sia sulla percezione esterna dell’azienda e anche sul suo potere di attrattiva nei confronti di professionisti talentuosi e altamente qualificati.
Un cambiamento radicale di prospettiva che presuppone studio delle dinamiche e dei processi aziendali, e di formularne di totalmente nuovi. Che necessita di una visione diversa del lavoro e dello sviluppo di capacità complementari e diverse rispetto alle specifiche competenze tecniche, quelle che oggi definiamo “soft skills”: collaborazione, spirito di iniziativa, orientamento alla risoluzione dei problemi, solo per citare alcune.
Diventano quindi fondamentali, ad ogni livello aziendale, l’aggiornamento e lo studio, la formazione per la costante acquisizione di competenze sempre più funzionali al nuovo modello lavorativo, come la gestione del tempo o della comunicazione fra le persone. Assumono poi particolare rilevanza tutte quelle attività che permettono di consolidare il gruppo di lavoro, di team building.