
Tutti le cercano, ma nessuno vi dirà di farlo: le soft skill la chiave di volta per il lavoro
Quante volte, soprattutto chi ha visto qualche primavera in più, abbiamo sentito commentare: quella persona ha un brutto carattere, ma nel suo lavoro è impareggiabile.
Probabilmente, anzi quasi sicuramente, sarà sempre più raro sentire, soprattutto nell’ambito e negli ambienti di lavoro, frasi del genere. Il processo di personalizzazione in atto da anni nella società, ha infatti coinvolto anche il mondo del lavoro, facendo diventare importanti non solo gli aspetti materiali, come le competenze tecniche che rimangono indispensabili, ma anche quelli più legati alla personalità e a quelle attitudini che permettono di essere funzionali a metodologie di lavoro o attività totalmente nuovi. Non vengono più valutate solo le capacità di fare, ma anche come lo si fa, si lavora con e per le persone, sono entrate in scena le: Soft Skills.
Cosa sono le soft skills? Dove si imparano, anzi si imparano? Perché sono così importanti?
Dunque, se ci sono delle soft skills, da qualche parte a rigor di logica dovrebbero esserci delle hard skills. In questo caso definirle e creare dei parametri per misurarle è relativamente facile.
Le hard skills, sono le competenze tecniche, il saper fare in termini pratici. Si possono imparare nel corso degli studi o lavorando direttamente (come durante un periodo di apprendistato). Afferiscono alla capacità di portare a termine con successo e in maniera professionale il proprio compito, la propria mansione: per esempio realizzare un impianto elettrico, per un elettricista.
Con soft skills, invece si intende individuare capacità cognitivo relazionali, di comunicazione, sono tutte caratteristiche personali, importanti e non legate ad un contesto lavorativo specifico, ma valide in qualsiasi, perché determinano il modo in cui una persona risponde alle sollecitazioni che arrivano dall’ambiente e dalle circostanze. Essendo qualità immateriali, ma psichiche ed emozionali per lo più, per loro natura non sono immediatamente misurabili o quantificabili: come determinare chi sia il migliore in innovazione o in diplomazia?
Dopo aver definito cosa sono le soft skill, la domanda che naturalmente viene da porsi è, ma quali sono nel concreto le soft skills?
Dunque, se dovessimo immaginare di insegnare o imparare (a seconda del ruolo) le soft skills a scuola, cosa che è al vaglio nell’ambito della riforma del nostro sistema scolastico e che in altri paese come quelli scandinavi viene già fatta, i nomi delle materie suonerebbero più o meno così: coraggio, flessibilità, capacità di problem solving, pensiero critico, creatività, gestione delle persone, coordinamento con i colleghi, intelligenza emotiva, capacità decisionale, abilità di negoziazione, ascolto.
Il mondo del lavoro però è già alla ricerca di persone che posseggano e padroneggino queste abilità, quindi se non siamo in grado di farlo come si possono acquisire le soft skills? Come si migliorano le soft skills? Dimenticandosi il “io sono così”, mettendosi in discussione, formandosi in maniera costante e metodica. La formazione permanente, in particolare per i ruoli di management, ma in generale in ogni ambito del mondo del lavoro, è necessaria per imparare a fare come l’acqua, essere in primis flessibili, duttili e capaci di adattarci alla forma, alla situazione che incontriamo, per coglierne tutte le potenzialità.